L’anarchia di Dio

Credere in qualcuno non significa condividerne il Pensiero. Io posso credere che il tale esiste, posso credere che attui una propria strategia e allo stesso tempo non accettarne il Pensiero.
Il grande Satana crede in Dio ma non ne condivide il Pensiero.
Credere non è quindi qualcosa che qualifica rispetto alla cosa o alla persona in cui diciamo di credere. Io credo in Dio è quindi qualcosa che limita chi lo afferma e che lo stesso dovrebbe specificare meglio se il proprio credere comporti l’accettazione dei principi comunicati da Dio agli uomini per mezzo dei profeti e di Gesù.
Tutto questo si scontra con i libri rivelati e nel mio caso con la Bibbia, la quale comporta una visione teocratica che si sposa con quella antropologica, risultante un’unica visione.
Nella Bibbia, il Dio biblico è guerrafondaio, giustifica il tradimento e qualche volta addirittura lo premia.
E’ noto il doppio tradimento collimato nell’assassinio di Uria da parte di Davide che addirittura lo attua per scopi puramente fisici, dovuti alla forte attrazione di Davide verso Betsabea. Avremo poi che sarà il figlio nato dal tradimento, Salomone, il successore di Davide e uno dei più osannati Re e profeti di Israele. Cosa succede? E’ falso l’antico testamento? Attenzione: se esaminiamo da un punto di vista ideale è la profonda anarchia che avvolge l’uomo la causa della condivisione di Dio nelle faccende umane.
L’Uomo sarebbe totalmente e incondizionatamente libero e di questa libertà Dio non vuole fare avvertire il peso, perché se lo facesse porterebbe l’Uomo alla sicura dannazione e al fallimento. Dio assume su di se la condizione umana e libera l’Uomo dal peso della colpa. Dio unifica l’Umanità in un solo contenitore perché in questo modo è più facile che la stessa possa recuperare il senso della libertà. Della vera Libertà. Quella che toglie la schiavitù delle cose e di se stesso alla creatura. L’umanità vive il presente e ciò che è stato e che sarà è già un’eternità imperfetta perché limitata dalla materia.
Ed ecco che sorge la figura di Gesù, il quale integra l’antico testamento e lo vivifica con ciò che coinvolge l’anarchia divina in una direttiva di amore, dove si intende l’amore come a-mors ovvero il contrario della morte. Tutto ciò che è vita sarà il destino a cui è chiamata l’Umanità. La morte è sconfitta nel proprio significato che stabilisce un’omega ovvero una fine, perché è Dio l’Alfa e l’Omega e quello che si estende al di fuori non è rappresentativo ne dell’Alfa ne dell’Omega, poiché Dio è l’inizio e la fine di ogni cosa. L’Omega in Dio (la fine) cosa rappresenta?
Di certo non è una fine materiale poiché la materia è uno strumento ed è come dire che finita una chitarra finisce una musica. Allora, cosa intendiamo per Omega. Intendiamo un confine che stabilisce non una finitezza ma un Infinito che nel mentre è limitato nella creatura di certo non lo è in Dio. La creatura emerge, quindi limitata e infinita in se stessa. Ecco la mia visione, in parte resa chiara, della mia anarchica religione cristiana. Vi invito alla discussione. Buona saggezza.